Cara Sofia,
domani sarebbe stato il grande giorno. Il giorno in cui, investita dalle più alte
cariche sportive ed istituzionali del nostro Paese, saresti dovuta essere davanti
a tutti gli atleti, i tecnici, i dirigenti della delegazione azzurra a Pechino, con la
Bandiera Italiana in mano, davanti al mondo intero. Ti immaginavamo già,
quando la scelta è ricaduta su di te, sventolarla sorridente, quella Bandiera,
con i capelli sciolti e gli occhi felici, perché si coronava uno dei sogni più
difficili e straordinari che un atleta possa coltivare.
Invece no. Domani sarà un giorno molto diverso da quello sognato, un giorno,
purtroppo, uguale a tanti altri vissuti negli ultimi anni. Sveglia presto, gambe
fuori dal letto e subito, se per caso il sonno ti avesse consentito di accantonarlo
per qualche ora, il dolore, che ti accompagnerà nel corso di tutta la tua lunga
giornata fatta di esercizi, terapie, sacrifici, spostamenti. Questo sarà, domani.
Toccherà a Michela Moioli (cui, oltre che l’incondizionato apprezzamento, va
il nostro più affettuoso “in bocca al lupo!”) l’onore di sventolare il tricolore in
mondovisione, mentre tu, sincera amica, dovrai convivere tra la gioia per lei e
la delusione per ciò che sarebbe potuto e dovuto essere, ma non è stato,
aggrappandoti ancora una volta alla tua forza di volontà, al tuo coraggio.
Ecco, con queste poche righe, Sofi, vorremmo dirti che domani tu sarai
comunque il nostro Alfiere, che terrai alta la nostra Bandiera. Anzi, non domani
soltanto, ma anche dopodomani, e tra un mese e dopo ancora. Se sarai al
cancelletto di partenza di Pechino, ma anche se non ce la farai. Se vincerai, ma
anche se qualcun altro, in pista, sarà più veloce. Perché ci rendi fieri, ci unisci
intorno alla tua sfortuna ed alla tua forza, e fai sgorgare in noi i sentimenti
migliori.
Allora vorremmo che tutte le nostre mani, migliaia di mani, si unissero alle tue
nel proteggere quella fiammella di speranza che con tanta fatica stai
alimentando, e che in questo modo la fiammella crescesse fino a diventare
un’altra Torcia, che ti consentisse di accendere il tuo piccolo, personale ma per
tutti importantissimo, braciere Olimpico. Ci hai resi tante volte orgogliosi
nell’immedesimarti nel nostro motto, “Nec recisa recedit”, che ora vorremmo
ricambiare, facendoti arrivare, da tutta Italia, l’affetto e la riconoscenza della
nostra gente, che ti vuole bene, e che non vuole più, mai più, vederti spezzata.

Le tue Fiamme Gialle

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