The Ocean Race lancia One Blue Voice, una nuova iniziativa per promuovere il sostegno pubblico ai diritti degli oceani. L’ambiziosa campagna mira a dare voce all’oceano e a creare un quadro globale per la protezione dell’ambiente marino, che svolge un ruolo cruciale nel mantenere la salute del pianeta.

Con questa campagna, il giro del mondo a vela invita il pubblico a dimostrare il proprio sostegno a una Dichiarazione Universale dei Diritti degli Oceani firmando una petizione che sarà presentata all’Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) a New York nel settembre 2023, insieme a una bozza di principi di base dei diritti degli oceani.

Richard Brisius, presidente di The Ocean Race, ha dichiarato: “Siamo tutti legati all’oceano. Ma nonostante sia fondamentale per tutta la vita sulla terra, i mari si stanno deteriorando a un ritmo allarmante, e come velisti ne siamo stati testimoni in prima persona.

“Dobbiamo agire e creare un approccio globale alla protezione degli oceani, che abbia al centro la collaborazione. Unendo le forze e parlando in modo unitario, possiamo creare un movimento che verrà ascoltato dai responsabili delle decisioni a livello mondiale. Individualmente può essere difficile creare impatto, ma insieme possiamo fare la differenza dando all’oceano la voce di cui ha disperatamente bisogno”.

One Blue Voice sensibilizzerà l’opinione pubblica sullo stato di degrado dei mari, evidenziando come i diritti dell’oceano vengano ignorati e contribuendo a spostare la percezione dell’oceano da risorsa da usare e sfruttare a entità che ha il diritto di prosperare. L’appello arriva mentre il Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres ha lanciato la scorsa settimana un allarme sul fatto che il pianeta sta affrontando una “emergenza oceani”.

Creata in collaborazione con 11th Hour Racing, partner fondatore del programma di sostenibilità Racing with Purpose di The Ocean Race, One Blue Voice sarà presente in tutta la prossima edizione della regata, che partirà a gennaio 2023, anche negli Ocean Live Park, i villaggi pubblici dedicati alla regata nelle città di tappa che saranno visitati da milioni di persone. La campagna sarà presente anche sui canali di The Ocean Race, raggiungendo il pubblico attraverso attivazioni digitali, tra cui cortometraggi, pubblicità e un quiz online, oltre all’integrazione nei programmi educativi per i più giovani.

Mentre la campagna One Blue Voice si concentra sulla raccolta di consensi da parte dell’opinione pubblica, The Ocean Race ha lavorato per oltre un anno per esplorare il concetto e costruire sostegno con i principali responsabili delle decisioni in tutto il mondo attraverso gli Ocean Race Summit. La serie di eventi di alto livello vede la partecipazione di politici, scienziati, velisti e sostenitori degli oceani, offrendo l’opportunità di raccogliere una serie di spunti di riflessione sui diritti degli oceani, che vengono poi analizzati e approfonditi con esperti di diritto internazionale, politica, diplomazia e scienza in una serie di workshop denominati Genova Process. Un gruppo di lavoro, che comprende due organizzazioni specializzate nei diritti della natura, Earth Law Center e Nature’s Rights, insieme all’italiano Antonio di Natale, biologo marino di spicco e consulente scientifico, redigerà i principi alla base dei diritti degli oceani. Questo lavoro si svolgerà prima dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del settembre 2023, dove la bozza dei principi sarà condivisa insieme alla petizione, per creare una proposta forte da sottoporre all’attenzione dei paesi membri.

Molte comunità indigene e costiere hanno abbracciato i diritti della natura per secoli e il concetto sta guadagnando slancio. Il lavoro di The Ocean Race sui diritti dell’oceano ha ottenuto il sostegno di numerosi sostenitori di alto livello. Capo Verde, che per la prima volta farà tappa alla regata il prossimo anno, ha dato il suo appoggio. Il Primo Ministro Ulisses Correia e Silva ha dichiarato: “In quanto piccolo Stato insulare in via di sviluppo, l’economia e il futuro di Capo Verde sono inestricabilmente legati alla salute degli oceani. Abbiamo bisogno che i mari siano protetti e ben gestiti, eppure l’oceano non ha voce, né difensori, né custodi. È chiaro che è giunto il momento di una Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Oceano e noi siamo al fianco di The Ocean Race nel lavorare per renderla una realtà entro il 2030”.

Danny Faure, ex presidente delle Seychelles, è uno dei principali sostenitori dell’iniziativa, mentre anche i leader del mondo imprenditoriale si stanno schierando a favore degli oceani. Carl-Henric Svanberg, Presidente di Volvo Group ed ex presidente dell’European Round Table for Industry, nel suo intervento a The Ocean Race Summit Europe ha detto: “Siamo impegnati a vivere in armonia con la natura. L’Oceano è il nostro terreno comune, che riveste un ruolo chiave per la vita. Ma non essendo parte di un sistema legale vero, non ha alcun diritto.”

I partner e i collaboratori svolgeranno un ruolo fondamentale nel rafforzamento e nella comunicazione della campagna. Alessandra Ghezzi, direttore della comunicazione di 11th Hour Racing, ha dichiarato: “Nel futuro che immaginiamo, il benessere dei nostri oceani, dei corsi d’acqua e delle comunità costiere è garantito e protetto attraverso una forte gestione locale e un’azione collettiva in tutto il mondo. Insieme a The Ocean Race e alla sua vasta base di fan, abbiamo il potere di dare voce all’oceano e ai suoi diritti, e di costruire un movimento per il clima che sostenga i cambiamenti politici”.

Anche i velisti si sono uniti al riconoscimento dei diritti dell’oceano. La velista Annie Lush, due volte concorrente di The Ocean Race e vincitrice di The Ocean Race Europe, ha dichiarato: “È davvero importante che l’oceano abbia dei diritti, perché non ha voce. In fin dei conti, come per i diritti umani, se non si sanziona qualcosa non si può fare nulla. Questo potrebbe essere un passo enorme per l’oceano e per il mondo”.

Photo: 
Mirpuri Foundation Sailing Team © Martin Keruzore
© Sailing Energy

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